Il bluff delle adozioni "gratuite"

Il web - dagli annunci su Google ai post su Instagram, alle chat e gruppi dedicati su Facebook - è pieno di persone, tutte apparentemente di buon cuore, che si prodigano per garantire una buona collocazione a cuccioli e cani abbandonati e/o destinati a finire in un canile. E, sostanzialmente, è così, almeno per una buona parte.


Ma ATTENZIONE, non tutto è come sembra. Troppo spesso, dietro l'immagine di "anime pure e solidali" si nascondono in realtà una marea di cialtroni e truffatori pronti a speculare proprio sulle anime sensibili che animano e frequentano questi canali social. Praticamente degli abili approfittatori che beneficiano e anzi si alimentano proprio grazie alla nobile attività di queste persone che quasi sempre non si accorgono di questo oscuro e pericoloso contorno.

Come fare, allora, per stanare i malfattori? Certo non è semplice ma con qualche accorgimento è possibile evitare di cadere nella loro rete. Ecco come.

1.
Esaminate con attenzione il contenuto dell'annuncio di proposta o di richiesta di adozione. A volte viene preannunciata la richiesta "solo" di un "rimborso spese". Molto più spesso, invece, la richiesta viene strategicamente formulata quando la trattativa sull'adozione è ormai avanzata e a un passo dalla conclusione. Praticamente quando avete già davanti l' immagine del cane fra le vostra mure domestiche. Ci sono persone o gruppi di persone che rubano i cani o li importano dall'estero (soprattutto da Paesi dell'Est) per pochi spiccioli, inventandosi poi finte storie strappalacrime per attirare l'attenzione delle persone più sensibili e quindi più fragili. Altri che cercano e prendono cani in adozione gratuita per poi riproporli in adozione, magari anche sugli stessi canali social. E quel simbolico "rimborso spese" vuol dire per loro un guadagno netto di qualche centinaio di euro. Mentre voi, dall' altra parte, rischiate di portarvi a casa un cane malato e/o con grosse problematiche caratteriali e comportamentali dovute al trauma di essere stato strappato dalla mamma in tenerissima età o di essere stato adottato e abbandonato più volte.

2. Controllate sempre l'autore del post o dell'annuncio. Spesso si tratta di post che vengono condivisi o copiati e rilanciati. Cercate di risalire al post originario e fate una piccola indagine su Google o sui social attraverso il suo nome. Magari trovate lo stesso annuncio, con lo stesso cane, ma postato da persone diverse e con riferimenti e contatti diversi. O lo stesso personaggio che propone altre adozioni con cani diversi. E lì dietro, indubbiamente, si annidano il raggiro o la truffa. Ricordo che qualche tempo fa è stato segnalato un tizio che si dichiarava disponibile ad adottare gattini abbandonati, anche ancora da svezzare. Poi qualcuno ha sapientemente stanato lo stesso tizio che, molto ingenuamente per fortuna, sui suoi profili social si pavoneggiava in serfie in compagnia di un grosso serpente, boa o pitone adesso non ricordo, mentre lo nutriva con piccoli topi. Sicuramente qualcuno di quei poveri gattini, se è riuscito ad averne, invece di essere adottato e salvato da qualche nobile cuore, sarà finito in pasto all'avido serpente.

3. Cercate di ragionare bene e a mente fredda sul contenuto dell'annuncio, senza far prendere il sopravvento al sentimento che suscitano le immagini che lo accompagnano. Troppo spesso il gioco è tutto lì. Esempio: "si regala cucciolo di razza, senza pedigree" e giù foto con quegli occhioni teneri. Questo è un classico. Allora...: un cucciolo "di razza" senza pedigree non è di razza, è un meticcio, punto. Quello che una volta si chiamava "bastardino" e che ora abbiamo giustamente nobilitato con un termine meno offensivo. E un cucciolo non di razza NON può essere venduto, per legge. E di qui l' escamotage del "rimborso spese" che in molti ingenuamente finiscono per accettare pensando di aver fatto l' affare del secolo. Attenti anche a quegli annunci strappalacrime del tipo "cedesi a malincuore splendidi esemplari di (nome della razza) a causa di..." (malattia, o scomparsa o trasferimento improvviso) dei proprietari. Verificate con una telefonata e se anche qui spunta la richiesta di "simbolico rimborso spese" lasciate perdere perché quei cani dietro hanno sicuramente tutta un' altra storia... Ammesso che poi vediate mai i cani (perché ovviamente capita anche questo: una volta che avete pagato loro spariscono, insieme a ogni traccia del loro passaggio).

4. Se c'è qualcosa da pagare, proprio per quanto appena detto, garantitevi sempre una tracciabilità del pagamento. Quindi: bonifico, assegno o versamento su carta prepagata ma solo se intestata a persona verificata attraverso un documento di identità. MAI e poi MAI versamenti in contanti. Questo è anche il modo migliore per allontanare i malfattori che non accetterebbero mai un pagamento tracciabile. 

5. Se volete adottare un cane, andate in prima battuta in un canile. Qui fate una doppia nobile azione. La prima nei confronti del cane che state salvando da una vita dietro le sbarre e per la quale lui vi sarà grato per tutto l' arco della sua vita; la seconda nei confronti dei volontari che ogni giorno vedono aumentare sempre più il numero di ospiti per colpa di gente senza cuore che alla prima difficoltà li abbandona senza un briciolo di coscienza e per colpa di gente senza scrupoli che continua a fare accoppiamenti senza criterio e senza controllo, sfornando cani malati e/o ingestibili destinati poi a finire per strada.

L'APPELLO - Noto che troppo spesso queste persone di buon cuore che si affannano a salvare cani dalla strada finiscono poi sui social per sbagliare l' obiettivo, prendendosela genericamente con chi acquista cani di razza e con chi, come il sottoscritto, alleva e vende cani di razza. E non, piuttosto, con chi, spesso tra le mura di casa, si mette ad accoppiare cani senza alcun criterio e senza avere le giuste competenze ma al solo fine di un lauto guadagno. Sono questi ultimi - i cosiddetti canari o cagnari - che alimentano la piaga degli abbandoni, vendendo per pochi spicci cuccioli destinati a diventare poi a breve cani o malati o ingestibili. Sono questi quelli da combattere.

Le leggi, chiariamoci una volta per tutte, tutelano gli animali di razza per evitare altrimenti l'estinguersi delle specie. I meticci, che non sono una razza da tutelare, vanno per carità assolutamente salvati ma anche opportunamente sterilizzati per evitare che vadano in giro a seminare altri meticci. La vera guerra va quindi fatta a chi produce meticci o alleva cani senza rispettare gli standard previsti per ogni singola razza. Solo così si può debellare questa squallida piaga.

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